«Dell'umano e del divino», Presentazione di Giuliano Viagini dell'ultimo volume della serie "Radici cristiane d'Europa" dedicato a Dante Alighieri («Famiglia Cristiana» 47/2002)

«Solo un’Europa che non rimuova ma riscopra le proprie radici cristiane potrà essere all’altezza delle grandi sfide del Terzo Millennio: la pace, il dialogo tra le culture e le religioni, la salvaguardia del Creato». Queste parole, pronunciate da Giovanni Paolo II all’Angelus del 2 maggio 2004, delineano l’orizzonte nel quale si inseriva l'iniziativa di “Famiglia Cristiana” che ha offerto ai propri lettori una collana di dieci volumi dal titolo "Radici cristiane d'Europa", realizzata con il patrocinio del Progetto Culturale della Chiesa Italiana, per riscoprire i fondamenti della cultura cristiana d’Occidente. 
L’ultimo volume fu distribuito come supplemento al n. 48/2004 di “Famiglia Cristiana” (e presentato nel numero precedente da Giuliano Vigini** con un articolo che si pubblica qui di seguito) era dediocato a Dante Alighieri. Si tratta dell'Invito alla lettura di Anna Maria Chiavacci Leonardi* già pubblicato dalle edizioni San Paolo nel 2001 nella collana "Scrittori di Dio" (Medioevo 34) in ad una introduzione sulla figura, l’opera e il messaggio del poeta fiorentino seguono cinque capitoli che fanno riferimento alle opere dell'Alighieri: “Beatrice e la beatitudine” (Vita nuova); “L’anima dell’uomo” (Convivio); “Il mondo infernale: perdita di Dio” (Inferno); “Il mondo della purificazione: misericordia e speranza” (Purgatorio); “Oltre l’umano: nello splendore della gloria di Dio” (Paradiso).

Dell’umano e del divino 
di Giuliano Vigini

Con Dante (1265-1321) la serie “Radici cristiane” si conclude. Ma entrando nell’universo della sua poesia, è come se queste radici acquistassero nuova linfa. È una prerogativa dei classici quella di consegnare parole vive agli uomini di ogni tempo. Dante, poi, è talmente grande che, quando si vuol parlare di lui, non si sa neppure da che parte incominciare: da qualunque punto lo si accosti, l’universalità e la contemporaneità del suo messaggio artistico e spirituale proiettano in un territorio senza confini.
La Commedia è già da sola un insieme di mondi, tanto che si è costretti, in rapporto a essa, a chiamare “minori” le altre opere (la Vita nuova, il Convivio, il De vulgari eloquentia, la Monarchia...), che sarebbero state “maggiori” per qualunque altro autore. Miracolo di una poesia in cui tutto si compendia, unifica, rielabora e innalza in una potente sintesi creatrice. Dall’amor cortese alla sapienza filosofica, dalla sottigliezza teologica alla contemplazione mistica: tutto per raccontare un viaggio straordinario al centro del quale c’è lui, il poeta fiorentino, protagonista di una storia tutta sua, ma anche profondamente nostra, perché simboleggia il cammino di ciascuno di noi in quanto uomo cosciente e libero, che sceglie e orienta il proprio destino alla ricerca della sospirata felicità. In questo viaggio Dante non è solo. Non bastandogli le conoscenze e le forze proprie, si fa accompagnare da guide sicure che lo sospingono dove la sua anima tende: Virgilio (la ragione), Beatrice (la grazia) e infine Bernardo (la gloria). Ognuno lo porta un po’ più avanti nel capire se stesso, la storia, il mistero di Dio, fino a trasformare il suo itinerario dalla terra al cielo in una progressiva illuminazione che, nella visione finale e nella comunione con Dio, diventa una grande esplosione di luce. Ma prima di arrivare si attraversa per intero la realtà dell’uomo in terra. Non c’è sentimento e idealità, miseria, sofferenza e dramma che Dante non esplori con infinita cura e non faccia toccare con mano. La novità e l’unicità della Commedia è questa immersione nella quotidianità della storia, raccontata nella lingua comune (il volgare) – aspetto di cui oggi non si riesce a percepire bene la portata rivoluzionaria per quei tempi –, e insieme questo sollevarsi in alto per iscrivere anche la quotidianità nell’orizzonte di un destino eterno.
Così, Dante è sommo come poeta dell’umano e del divino. E dicendo poeta si vuol dire che egli non è, in prima istanza, filosofo o teologo, politico o moralista, ma tutte queste dimensioni insieme, che si fondono in un’unica parola come memoria, attualità, profezia. Ogni personaggio o vicenda, passione o sentimento, vizio o virtù sfila sulla scena per comporre un’immagine della vita, dell’uomo e dell’universo, nel dramma e nella catarsi di una ricerca insaziabile ("l’alto disio") che trova il suo sbocco conclusivo nell’incontro con l’amore di Dio. Dove tutto si fa silenzio e contemplazione del Mistero. È sorprendente come, dopo aver seguito Dante nel suo viaggio, si esca alla fine dalla Commedia avendo un respiro più grande di libertà, dignità e speranza. Mentre si camminava con lui, forse non ce se n’era accorti ma, terminato il viaggio, resta forte la sensazione di essere arrivati con lui al centro delle cose. Tutta questa libertà così avidamente cercata («libertà va cercando, ch’è si cara…», Purg. I, 71- 72; «lo maggior don che Dio… fu de la volontà la libertate», Par. V, 19-22) è via via confluita in una più grande libertà che a tutto dà senso: la libertà dei figli di Dio, che hanno ricevuto la dignità di persone e la promessa di un’esistenza senza fine, con l’impegno di vivere tale libertà come dono agli altri, in povertà e carità evangelica.
È questo insieme di valori, di cui Dante si è fatto insostituibile interprete, che hanno fondato e plasmato l’identità della civiltà occidentale. Rompere questo sigillo è spezzare un legame con il passato e con il futuro. L’incontro con Dante è testimonianza di questo inscindibile rapporto, quanto mai necessario anche per un’Europa davvero “nuova”.

Dante Alighieri / invito alla lettura di Anna Maria Chiavacci Leonardi, Cinisello Balsamo (Milano), Edizioni San Paolo, 2001, 95 p. (Scrittori di Dio. Medioevo 34)


* Anna Maria CHIAVACCI LEONARDI è nata a Camerino il 22 settembre 1927. Ha insegnato filologia e critica dantesca all'Università degli Studi di Siena. Oltre a una moltitudine di saggi su Dante e sulla poesia contemporanea, a lei si deve il commento alla Commedia apparso ne "I Meridiani" della Mondadori (1991-1994) che ha meritato il Premio Antonio Feltrinelli dell'Accademia Nazionale dei Lincei per la Critica letteraria (nel 2000) e che ha riscosso successo nei licei. Membro della Società Dantesca Italiana e socio onorario della Dante Society of America, nel 2003 ha fatto nascere e quindi coordinato l'attività della Sezione Studi e Ricerca del Centro Dantesco di Ravenna dei Frati Minori Conventuali. Nel 2007 il Comune di Firenze le ha assegnato la medaglia d'oro per le celebrazioni del 742° anniversario della nascita di Dante Alighieri. È morta a Firenze il 7 aprile 2014.



** Giuliano VIGINI è nato a Milano il 2 agosto 1946. è uno dei nomi più noti del mondo editoriale. Come critico letterario si è occupato a più riprese di letteratura religiosa, con traduzioni e saggi di autori francesi (Bloy, Péguy, Claudel, Pascal ecc.), per concentrarsi negli ultimi anni nello studio di sant'Agostino e della Bibbia. Collabora a numerose riviste e quotidiani, tra cui il "Corriere della Sera" e "Avvenire".

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