Le "Scintille dantesche" del beato fr. Gabriele Maria Allegra (1907-1976), francescano dell'Ordine dei Frati Minori


Nel 2011 le Edizioni Dehoniane di Bologna hanno pubblicato una antologia dai diari danteschi del francescano Gabriele Maria Allegra curata da Anna Maria Chiavacci Leonardi*, che ha scelto le parti ritenute più significative da un punto di vista teologico e spirituale, e più profonde e nuove nell'interpretazione di Dante, e da Francesco Santi**, che ha steso l'introduzione e il commento.

Nato il 26 gennaio 1907 a San Giovanni la Punta da Rosario Allegra e Giovanna Guglielmino, fu battezzato con nome di Giovanni. Nel 1923 veste l'abito francescano nel convento dei Frati Minori di San Vito di Bronte e prende il nome di Gabriele Maria. A Roma frequenta il Collegio internazionale Sant'Antonio matura la sua vocazione missionaria. Il 20 luglio 1931 raggiungerà la cina dove sarà chiamato a dirigere il seminario minore di Heng Yang, nello Hunan. L'11 aprile 1935 inizia da solo la traduzione in cinese della Bibbia che, per uso personale e di studio, completerà il 21 novembre 1944. L'anno successivo ne inizierà la pubblicazione con il volume dedicato al libro dei Salmi, completandola nel 1961 con quello relativo alle Lettere cattoliche e all'Apocalisse. Nel Natale del 1968 viene stampata la Bibbia cinese - che per questo sarà detta "Bibbia di Natale" - che l'anno successivo è offerta a papa Paolo VI. Il 26 gennaio 1976 padre Gabriele Maria muore a Coloane (Macau) dove si era recato per celebrare il Natale con la locale comunità di lebbrosi che aveva frequentato assiduamente per molti anni. Nel 1984 il vescovo di Hong Kong John Wu promosse la causa di beatificazione e nel 1994, conclusasi positivamente la fase diocesana, viene riconosciuta l'eroicità delle sue virtù ed è proclamato venerabile. Il 23 aprile 2002 papa Giovanni Paolo II pubblica il decreto in cui si riconosce il primo miracolo attribuito alla sua intercessione e il successivo 29 settembre, nella basilica cattedrale di Acireale, a luogo la sua beatificazione.

«Nel perido che va dal 1° gennaio al 31 dicembre del 1965 e dal 1° gennaio al 16 dicembre del 1967, il francescano Gabriele Maria Allegra, dalla Sicilia missionario in Cina, compose due diari danteschi, intitolando il primo semplicemente VII centenario dantesco a.D. 1965 e il secondo Scintille dantesche a.D. 1967. I due quaderni sono rimasti fino ad oggi inediti e dovettero essere composti senza il progetto di una pubblicazione, originati da circostanze in parte occasionali. La ragione esteriore per intraprendere questa esperienza venne a lui probabilmente nella ricorrenza del VII centenario della nascita di Dante e forse anche dall'invito a tenere una conferenza per questa ricorrenza (conferenza che si tenne in effetti nell'aula magna dell'Università di Hong Kong il 27 maggio del 1965); una ragione più profonda dovette però sostenere questa lectio continua, reiterata nel 1967, una ragione che riguardava l'intimità e il desiderio di comprendere più in profondità il senso della propria vita, cercando un vitale nutrimento per la coscienza. Padre Allegra si trovava già da 34 anni in Cina (e vi concluse l'esistenza il 26 gennaio 1976): vi era arrivato con la convinzione originaria di avere il compito di tradurre il cinese la Bibbia dai testi originali. Quando lo incontriamo a leggere Dante, egli aveva ormai quasi compiuto il suo lavoro (erano giù usciti gli undici volumi della traduzione con un grande commento - l'ultimo nel 1961 - e nel 1968 sarebbe uscita la Bibbia di Natale, che in un unico volume avrebbe raccolto la traduzione integrale, con un più agile commentario). La conclusione del lavoro giungeva in anni impegnativi per il suo spirito: la Cina era sotto la pressione della vittoria maoista e la Chiesa cinese ne soffriva drammaticamente; intanto il concilio ecumenico Vaticano II si era chiuso e la Chiesa ne usciva profondamente trasformata, volta a un futuro ancora non pienamente delineato. Padre Allegra aveva cercato di reagire alle nuove circostanze, anche con iniziative particolari come l'Istituto sociologico a Singapore, dedicato alla diffusione della dottrina sociale della Chiesa, ma la difficoltà era grande e proprio quell'istituto di cui era stato l'ideatore, e in cui aveva molto sperato, non aveva poi dato il risultato desiderato, tanto da indurlo a dichiarare addirittura il suo fallimento nel guidarlo. E alla fine del 1963 fu in effetti sostituito nell'incarico di prefetto, per tornare a Hong Kong a dirigere l'Istituto biblico.
Nonostante l'occasionalità e lo scopo privato, direi intimo, della stesura dei due Diari, in essi non ci sono improvvisazione e neanche estemporaneità. Padre Allegra si sente vicino a Dante, come francescano e per antica consuetudine personale. Egli ama ricordare la familiarità dell'Ordine francescano con Dante, una familiarità antica, ben rappresentata da Giacomo della Marca (lettore assiduo della Commedia), e rinnovata in tempi recenti, da personaggi come padre Marcellino da Civezza e come tanti altri, fino a padre Severino Ragazzini, che proprio in quegli anni stava cercando di istituire il Centro dantesco francescano di Ravenna.
Lo stesso padre Allegra era da molto tempo fedele a Dante e rappresentava questo dantismo francescano. Già al tempo del Collegio internazionale Sant'Antonio, sulla via Merulana (negli anni 1926-1929), tra i compagni circolava la voce che conoscesse tutta la Commedia  a memoria; e non si era trattato solo di un'infatuazione della giovinezza, perché anche dopo molti anni di duro lavoro in Cina aveva continuato a dedicare le sue serate alla lettura di Dante (ad esempio, nei primi mesi del 1939 con un giovane frate cinese Daniele Song, che avrebbe voluto impegnato nella traduzione in cinese della Commedia); molte altre volte, nelle horae subsecivae al serrato impegno di traduttore, si era alla fine ritrovato con Dante, che portava sempre con sé in un'edizione tascabile, insieme con la Bibbia in miniatura. Mai si era trattato per lui di un vezzo intellettuale o di una superficiale ricreazione: padre Allegra sentiva Dante calzante a proposito delle domande che la sua vita proponeva, ancora di più in Cina, dove era per diffondere la parola di Dio, in una parola umana che non l'aveva conosciuta, ma che pure aveva altissima dignità. Padre Allegra sentiva Dante adatto alle domande del suo cuore e anche al bisogno spirituale dei popoli che incontrava (da qui anche l'approvazione entusiasta a Costantino Babini che organizzava la lectura Dantis per gli emigrati italiani in Francia). Se al centro del francescanesimo padre Allegra - come tanti missionari - vide la condizione dell'esule (quell'essere advena raccomandato da Francesco stesso), proprio nel pieno del suo impegno di evangelizzatore poteva ben sentire quanto Dante fosse congruo al suo Ordine: Dante, exul immeritus e tutto proteso nel raccontare Dio agli uomini, era per lui un francescano per eccellenza» (Francesco Santi, Introduzione. Dante in Cina con padre Allegra, in: Gabriele Maria Allegra, Scintille danteschi. Antologia dai diari, a cura di Anna Maria Chiavacci Leonardi e Francesco Santi, Bologna, EDB, 2011, pp. 8-11).


*ANNA MARIA CHIAVACCI LEONARDI è nata a Camerino il 22 settembre 1927. Ha insegnato filologia e critica dantesca all'Università degli Studi di Siena. Oltre a una moltitudine di saggi su Dante e sulla poesia contemporanea, a lei si deve il commento alla Commedia apparso ne "I Meridiani" della Mondadori (1991-1994) che ha meritato il Premio Antonio Feltrinelli dell'Accademia Nazionale dei Lincei per la Critica letteraria (nel 2000) e che ha riscosso successo nei licei. Membro della Società Dantesca Italiana e socio onorario della Dante Society of America, nel 2003 ha fatto nascere e quindi coordinato l'attività della Sezione Studi e Ricerca del Centro Dantesco di Ravenna dei Frati Minori Conventuali. Nel 2007 il Comune di Firenze le ha assegnato la medaglia d'oro per le celebrazioni del 742° anniversario della nascita di Dante Alighieri. È morta a Firenze il 7 aprile 2014.

 


**FRANCESCO SANTI ha insegnato letteratura latina medievale all'Università degli Studi di Lecce e la insegna all'università degli Studi di Cassino. Direttore della Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (SISMEL) a Firenze, è specializzato in storia della mistica e della cultura medioevale. Ha pubblicato numerosi saggi, edizioni critiche (tra cui quella del tractatus super quattuor Evangelia di Gioacchino da Fiore, Roma 2002) e monografie (tra cui l'Età metaforica. Figure divine e letteratura latina medioevale da Gregorio Magno a Dante, Spoleto 2011). Fin dalla sua costituzione nel 2003 ha fatto parte della Sezione Studi e Ricerche del Centro Dantesco di Ravenna dei Frati Minori Conventuali, intervenendo più volte nei convegni internazionali da essa organizzati.

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